Lo spazio sacro del cuore è una dimensione
della coscienza in cui tutte le cose sono possibili, qui e ora
Drunvalo Melkesidek
Durante i secoli e in molte culture, il cuore è stato riconosciuto come centro e sorgente di vita, salute e sanazione. Nel feto, il cuore inizia a battere prima che si formi il cervello e continua a battere dopo la morte del cervello. Il cuore è metaforicamente associato a qualità umane come la sincerità, la genuinità, la moralità e l’integrità. Ce lo ricorda anche il detto „parlare dal cuore” (Childre and Martin, 1999).
In termini pratici, sanare significa diventare un tutt’uno, rimettere in salute ciò che era malato, rotto o fratturato, e ri-sintonizzare quelle energie e vibrazioni anomale. Questo implica un processo energetico di trasformazione continuo di movimenti di sanazione verso la piena salute in tutte le dimensioni verticali: fisico, mentale, spirituale, ecologico e cosmologico; e insieme in tutte le dimensioni orizzontali: individuale, interpersonale, familiare, pubblico e sociale (Edwards S., Radiating love: reflections on the role of the heart in indigenous and global healing, Indilinga: African Journal of Indigenous Knowledge Systems, 16(1): 31-43, 2017). Il cuore gioca un ruolo integrale nella vita e nella sanazione. Childre e colleghi (2016) hanno dimostrato che gli individui che coltivano intenzionalmente sentimenti centrati sul cuore incrementano la consapevolezza di sé e abbassano i livelli ormonali dello stress, regolando la risposta del sistema nervoso parasimpatico.
Lo studio di Alexandra Whitney (2017) dimostra che le pratiche religiose e/o spirituali possono aiutare a garantire la salute mentale aiutando le persone a gestire l’ansia, la paura, la frustrazione, la rabbia, i sentimenti di inferiorità, lo scoraggiamento, l’isolamento e altre difficoltà emotive e psicologiche. I ricercatori dell’Università del Missouri hanno evidenziato che la spiritualità spesso migliora la salute, specialmente la salute mentale, indipendentemente dalla fede (Johnstone, Yoon, & Cohen, 2012). Questi ricercatori, raccomandano che i centri medici, soprattutto quelli che si occupano di salute mentale, prendano in considerazione la correlazione spiritualità – salute mentale per mettere in atto programmi riabilitativi che possano adattarsi alle tendenze spirituali delle persone.
Il cuore è un punto assiale, un centro di unità dentro la persona. Metaforicamente il cuore è la sede del nostro intero essere, del nostro intelletto, della nostra vita emozionale, dei nostri sogni, delle nostre intuizioni, dei nostri desideri più profondi (Christine Valters Paintner, 2013, p.18). Il cuore incarna entrambi gli aspetti, fisico e spirituale. E’ una rete molto complessa che influenza la percezione, la coscienza, le sensazioni e i processi fisiologici nel corpo. Secondo le scritture, il cuore fisico e il cuore spirituale non coincidono ma coesistono l’uno in prossimità dell’altro e sono interconnessi. Il cuore spirituale è ontologicamente considerato il centro di tutti gli essere viventi. Anche se non è una struttura fisica, la sua ubicazione è attribuita leggermente alla destra dell’organo cardiaco (Whitney A., 2017, Map of the heart: an east–west understanding of heart intelligence and its application in counseling psychology, California).
Nel cuore c’è il diritto di amare ed essere amati. Il cuore crea uno spazio enorme, emotivamente parlando, all’interno del quale tutto può essere accettato, dove il bene dell’individuo è il ben-essere dell’altro. Si avverte e si esprime nel torace, nella parte interna delle braccia, nel palmo delle mani… L’abbraccio è un’espressione del cuore, infatti nell’abbraccio noi “andiamo” da cuore a cuore (Zauli, 2013).
Doc Childre (2016), il fondatore del Hearth Math Institute (IHM) afferma che l’intelligenza del cuore è il fluire di una consapevolezza intuitiva, di una comprensione e guida interiore che sperimentiamo quando la mente e le emozioni sono allineate con il cuore. Può essere attivata attraverso la pratica (www.heartmath.org). L’intelligenza del cuore fa sentire radicati. E’ la consapevolezza del sé più profondo che stimola la connessione e le relazioni positive con se stessi e con gli altri. (Whitney A., 2017, Map of the heart: an east–west understanding of heart intelligence and its application in counseling psychology, California).
Nel processo terapeutico è fondamentale la “valenza emotiva” ed è proprio la mente inconscia che dispone di un potenziale spesso inutilizzato e che una volta attivato può aiutare il paziente a trovare soluzioni nuove ai suoi problemi, che prima non era in grado di vedere, perché immerso nei suoi soliti schemi di pensiero. Non si possono risolvere problemi emotivi con la razionalità, mantenendo un distacco emotivo con il nostro paziente (Riccardo Arone di Bertolino, L’Ipnosi per un medico, 2003). La persona attraverso il sintomo, il disturbo, ci comunica molto del suo profondo e in quest’ottica il sintomo può essere considerato come un alleato da cui imparare e non solo un qualcosa da eliminare. In verità ciò che il paziente definisce sintomo o problema è un suo modo di etichettare la realtà. Bisogna quindi dare al sintomo o al problema un’etichetta nuova, positiva in modo che il paziente interpreti la realtà in modo diverso. Milton Erickson usava molto con i suoi pazienti paradossi, giochi, battute, metafore e si rivolgeva alla loro parte infantile, perché è proprio in questo stato infantile che siamo più aperti, più disponibili all’apprendimento e al cambiamento (Erickson, 1983).
Questo articolo vuole essere un’invito alla riflessione e ad imparare di più dai bambini ad essere più cuore, perché lì l’energia che si sprigiona è infinitamente superiore di qualsiasi altra.
Dott.ssa Petronela Roxana Magdici